A casa di Hans
di:Rosella Nobilia
È grazie al lavoro fotografico di Anton Giulio Onofri e alla sapiente raccolta di storie, racconti sulla vita, l’opera, gli incontri e i viaggi scrupolosamente raccolti da Gastǿn Fournier Facio e dallo stesso Anton Giulio Onofri…
…che la casa editrice Timía ha pubblicato un raffinato libro, per lo più fotografico, “A casa di Hans” con interventi di autorevoli compositori, direttori d’orchestra, librettisti, registi e scenografi. Il grande compositore tedesco Hans Wener Henze amava a tal punto l’Italia che a Marino, nei Castelli Romani, fece costruire una grande villa ad appena mezz’ora da Roma. A metà degli anni ‘60 La Leprara, di proprietà dei Colonna che ci tenevano le lepri per la caccia, fu acquistata del compositore tedesco che, con la supervisione del suo inseparabile compagno Fausto, divenne una meravigliosa dimora circondata da alberi d’ulivo, con una splendida piscina per le feste estive fonte di refrigerio per gli accaldati ospite ebbri del vino che veniva prodotto alla Leprara.
Hans Werner Henze nacque nel luglio del 1926 in Vestfalia ma a soli 27 anni si trasferì in Italia. La sua dichiarata omosessualità e adesione al marxismo, lo costrinsero ad emigrare nel nostro paese. Lo accolsero Ischia, Napoli, Roma e Castel Gandolfo. Il compositore tedesco costruì il suo nido, La Lepraranel ‘66, grazie ad una importante commissione del Festival di Salisburgo. Per sessanta anni La Leprara è stata il punto di incontro dei più importanti politici italiani e stranieri amanti della musica ma soprattutto dell’intellighenzia artistica di quegli anni che coniugava arte e politica e che voleva portare l’arte e la cultura al popolo. Autore di numerose Sinfonie, Opere liriche, sonate, balletti, opere teatrali, musica da camera, Henze è stato un autore straordinariamente prolifico fin quasi prima di morire. Dal 1980 ha insegnato a Colonia continuando a scrivere e ad essere eseguito in tutto il mondo.
Un grande capolavoro architettonico e di stile fu la villa “La Leprara” per oltre 60 anni. La particolarità del luogo non era solo nella bellezza esterna ed interna, la cura quasi maniacale di ogni oggetto e quadro, ma nell’accoglienza che Henze, coadiuvato da Fausto, riservava ad ogni ospite. Fausto era anche un cuoco sopraffino capace di indovinare gusti culinari ed enofili di ciascun commensale. Spesso Henze coadiuvato da uno dei tanti artisti ospiti, si metteva a suonare su uno dei due Steinway gran coda che si fronteggiavano nel salone. Il salone di grandi dimensioni era stato concepito sia come sala da concerti che per le prove di sala di numerose opere del Maestro. Ben 7000 volumi di arte, filosofia e scienza coprivano l’enorme biblioteca. Dietro ai pianoforti c’era un grande scaffale con le edizioni integrali delle opere di Bach, Mozart, Schoenberg, Mahler, Stravinskij e del non troppo amato Wagner.
Non tutte le favole hanno sempre uno splendido finale. Alla morte di Henze, l’ultimo suo assistente, non avendo più le risorse economiche per gestire il secolare uliveto, la piscina e la grande villa, dovette mettere in vendita LaLeprara. Le 230 opere d’arte che comprendevano quadri di Vespignani e Arroyo, di chiara matrice antifascista, oltre a bozzetti,sculture e dipinti di numerosi artisti tedeschi furono raccolti nella Fondazione Henze in vista di una loro esposizione permanente. Uno strano destino quello delle case dei grandi vissuti in Italia. Non tutti sanno che la casa di Giuseppe Verdi, a causa dei litigi degli eredi, è ora incredibilmente in vendita. Forse in Italia ci sono e ci furono troppi artisti, tanto che non ci è possibile preservare per i posteri i magici luoghi dove furono concepiti straordinari capolavori? Merito del tanto bistrattato Berlusconi se la villa di Zeffirelli non sia stata venduta a qualche ricco arabo. Del resto è facilmente immaginabile che il narcisismo di Silvio trovi ampia soddisfazione nella residenza del genio fiorentino.
Henze oltre alle sue composizioni ha lasciato a Montepulciano “Il Cantiere internazionale d’arte” che è giunto ora alla sua 47ma edizione. Un incredibile festival la cui finalità, fin dal suo nascere, fu quella di far diventare tutta la città e i suoi abitanti attori, musicisti, organizzatori, attrezzisti e cantanti coinvolgendo giovani professionisti e artisti affermati come in una antica officina d’arte. Un meraviglioso e forse unico festival la cui preparazione dura tutto l’anno e che è aperto al pubblico per i quindici giorni della seconda metà di luglio. Una bellissima iniziativa che ho avuto la fortuna di vivere come segretario artistico e assistente di Gianluigi Gelmetti. Ma questa è un’altra storia.
Fonte: ilpostscriptum.it