Sottobanco è quel luogo segreto, quello spazio nascosto che è posizionato letteralmente sotto il banco, sotto il piano di appoggio ufficiale e visibile dello studente. Il valore metaforico di questo luogo diventa il pretesto simbolico per sintonizzarsi su tutto ciò che è privato e che riguarda la sfera personale di ognuno di noi, della nostra vita intima.
Gli allievi degli Istituti:
Soledad Agresti, Manolo Appolloni, Nausica Assenza, Alessandra Battista, Beatrice Bruno, Amalia De Martino, Giorgia Gramiccia, Gabriel Pentone, Nicole Persichilli, Adrian Ryn, Gaia Romeo, Lorenzo Santonico, Francesca Sbarra, Cristiana Scarano.
SOTTOBANCO
installazione sonora e video, Roma, ottobre 2021
Iginio De Luca
Il progetto collettivo “Pupille Gustative” si è sviluppato nel 2020 e 2021 coinvolgendo, oltre a me, gli studenti del liceo artistico Giu-lio Carlo Argan e il curatore Claudio Libero Pisano. Articolandosi in varie fasi creative, il lavoro nasce dall’idea esca-tologica e suggestiva del “Sottobanco”, quello spazio nascosto e riservato che è posizionato letteralmente sotto il banco, inferior-mente al piano di appoggio ufficiale e visibile dallo studente e dal professore. Un pretesto tematico liberatorio, una dimensione di-screta, sotterranea e poco apparente che reca valore metaforico a questo luogo segreto, un’occasione spaziale e simbolica per sin-tonizzarsi su tutto ciò che è privato e che riguarda la sfera intima e invisibile della nostra vita.
Durante i numerosi incontri (di persona e da remoto), io e Claudio Libero Pisano abbiamo chiesto ai ragazzi di pensare al suono come a un linguaggio autonomo ed espressivo e a come, attra-verso tracce acustiche da loro registrate, poter rappresentare la loro personale idea di sottobanco.
Un punto di vista, anzi di ascolto, alternativo a realtà visive codi-ficate e prevedibili, una risposta inconsueta e stimolante a quella dittatura iconica che quotidianamente subiamo in ogni contesto comunicativo. Il materiale audio raccolto dai 14 studenti che hanno aderito al progetto, sono registrazioni di momenti emble-matici e cruciali della giornata, suoni della vita esterna che scorre o di quella mentale che sta, suoni della memoria che affiora e di quella sedimentata; fruscii, carezze, passi, tonfi, risate, musiche e rumori, urla, frasi convulse, sovrapposte, parole in loop, sussurri. Il suono impalpabile e apparentemente evasivo, si sottrae a letture logiche e razionali lasciando a chi ascolta forte immaginazione e libertà d’interpretazione.
L’installazione finale è composta da una serie di 14 piccole casse audio poste sotto il banco di ogni studente all’interno dell’aula 301 del liceo artistico. Il risultato è una moltitudine sonora, un caos acu-stico che diviene più comprensibile nel momento in cui l’orecchio si avvicina alle singole postazioni. L’aula sarà vuota, spoglia d’in-gombri spaziali e umani, solo il suono a riempire di storie e di vite un luogo che ci appartiene, familiare e universale.